martedì 25 ottobre 2011

Il cellulare usato dai ragazzi, rischioso per la salute?

Se avete in mente di regalare un cellulare a vostro figlio pensateci bene.

Secondo gli studi condotti dal gruppo britannico Experti per la telefonia cellulare, pare infatti che le radiazioni emesse dal telefonino potrebbero causare seri danni al cervello.

Nel corso degli otto mesi dedicati allo studio dei danni provocati dai telefonini, gli studiosi hanno concluso che, non essendo ancora in grado di stabilire esattamente quali e quanti possano essere gli effetti non termici delle radiazioni sui tessuti, è meglio non esporre i bambini a questi rischi considerando che il loro cervello in fase di sviluppo è più sensibile alle influenze ambientali.

Malgrado tutto ciò il cellulare è diventato indispensabile perché viene considerato il nuovo diario dei ragazzi e delle ragazze fra gli 11 e i 18 anni.

Lo ritengono un amico intimo, segreto e privato, che trasmette sensazioni, delusioni e speranze.
Per i giovani possedere un cellulare è sinonimo di crescita e aiuta a passare dall'infanzia all'adolescenza e, come forma di responsabilità, facendoli contribuire al pagamento delle ricariche.

Un monitoraggio della Corecom della Toscana e dal Comunication strategies Lab dell'Università di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana, è emerso che il cellulare fa sentire meno soli,  aiuta a socializzare, conforta e ti mantiene in contatto con gli amici e non da la sensazione di un controllo esagerato da parte degli adulti.

Il 97% dei ragazzi delle medie inferiori, ragazzi fra gli 11 e i 14 anni, possiedono un cellulare ma già in 5° elementare, e perciò a 10 anni, il 67% era già in possesso del telefonino e addirittura a 7 anni il 7,7% chiamava e mandava sms.
La durata delle telefonate? Il 48,6% usa il cellulare meno di un quarto d'ora al giorno ma lo usa molto di più per mandare messaggini, ascoltare musica oppure per scattare fotografie.

lunedì 24 ottobre 2011

Psicologia in pillole: giudizi negativi e le varie reazioni


La posizione del corpo, la gestualità, la postura delle mani, lo sguardo, sono tutti atteggiamenti psicologici che rivelano quello che stiamo pensando e con quale atteggiamento mentale viviamo le situazioni. Il caso più eclatante è quello della posizione che una persona assume mentre ci ascolta e che rivela come ci giudica in quel momento.

Critica senza riserve. Se la persona in questione appoggia la mano chiusa sulla guancia con il pollice sotto il mento, ti sta criticando in modo molto severo.
Giudizio positivo. Se invece appoggia la mano chiusa sulla guancia tenendo l'indice sulla tempia, vuole dire che la persona ti sta ascoltando con molto interesse e considera in maniera positiva quello che dici.
Giudizio severo. Se chi ti sta ascoltando porta gli occhiali e guarda al di sopra delle lenti, significa che sta soppesando sia le tue qualità ma anche i difetti e, con questo atteggiamento, ha l'abitudine di giudicare gli altri in modo molto severo.
Ma esistono esseri umani perfetti? Naturalmente no. Ciascuno ha i suoi difetti e le sue debolezze che formano la personalità di ognuno di noi e, se conosciamo il nostro carattere, non ci facciamo influenzare da certi giudizi.
Cerchiamo di avere una certa intimità con il nostro carattere, tentiamo di prevedere le nostre reazioni negative per poterle gestire in modo costruttivo,magari senza ansia, e utilizziamo l'energia negativa che, magari, un giudizio non proprio positivo.




Sicuramente non abbiamo mai fatto caso a quanta energia negativa circola dentro di noi quando siamo arrabbiati. Se tentiamo di reprimerla si ritorce contro di noi e, se invece la sfoghiamo indiscriminatamente, va contro gli altri. Se siamo in grado di riconoscerla possiamo tirare un sospiro profondo e dire: "Va bene, sono arrabbiata ". L'energia a questo punto comincerà ad essere nuovamente disponibile per un sentimento più costruttivo.

martedì 18 ottobre 2011

Psicologia in pillole: analisi di un bel colorito abbronzato

L'estate è ormai un sogno lontano ma non è facile rinunciare a quel bel colore dorato che ci siamo conquistate con tanta fatica e sofferenza sulle spiagge.

Cosa fare? Dare il via libera a dosi massicce di lampade UV al viso oppure a tutto il corpo, infischiandosene di tutti i messaggi allarmistici lanciati dalla medicina circa l'alto rischio di tumori alla pelle che le lampade provocano? Oppure qual'è il segreto di un'abbronzatura  veramente perfetta?

Perché vogliamo a tutti i costi essere abbronzate altrimenti ci viene l'ansia di non piacere sia a noi stesse che agli altri? Non si riduce solo ad un fatto estetico ma anche e soprattutto ad un fatto psicologico.

Il colore del successo. Un bel colore dorato è sinonimo di benessere e salute e dunque rimanda di noi l'immagine di una persona sana, attiva, dinamica e perciò di successo.
Paura delle malattie. Da sempre il colore pallido, emaciato, la patina grigia che l'aria di città e degli ambienti chiusi di lavoro lasciano sulla nostra pelle, danno l'idea di malattia e malessere. Avere un colorito dorato rappresenta per molti un modo di esorcizzare la malattia e il dolore.
Concretezza. In genere chi tende ad essere abbronzato tutto l'anno sottolinea il suo senso pratico, concreto, pragmatico, di affrontare la vita.
Il corpo non è soltanto l'involucro che custodisce la mente ma un ottimo messaggero per dare agli altri la misura delle capacità e dello spirito di adattamento.
Al contrario, chi ama un colorito pallido tende molto di più ad anteporre la mente, lo spirito e a prediligere le attività intellettuali.

giovedì 13 ottobre 2011

Pillole di psicologia. le letture per i nostri figli

Anche in estate, stagione della massima attività all'aria aperta, ci sono momenti in cui i bambini hanno la necessità di rilassarsi all'ombra di un bell'albero o in una stanza fresca, nella penombra.

Aiutiamoli a trovare nei libri un passatempo gradevole ed istruttivo.

Per i più piccini esistono libri in diversi materiali: in tessuto, in cartone pesante e persino "subacquei", di plastica, da portare nel bagnetto. Il contenuto di questo libri, ovviamente, è pieno di grandi e semplici illustrazioni, dettagliate, colorate ed invitanti.

I momenti migliori per farglieli sfogliare sono al mattino appena svegli e prima di addormentarsi, per il sonnellino pomeridiano oppure per la notte, come fosse una ninna nanna.

Sopra i due anni già possiamo incominciare a leggere loro delle semplici storie enfatizzando le parole curiose che non conoscono ancora. Spieghiamo il senso delle figure nel dettaglio, facendolo con pazienza ed allegria. Le rime e i giochi verbali sono per loro veramente esilaranti.




Arriviamo ai più grandicelli. Ad un certo momento i bambini attraversano una delicatissima fase nel loro rapporto con la lettura. Noi genitori, infatti, pretendiamo inconsciamente che abbiano sviluppato, nel leggere, la più completa autonomia e lo spingiamo ad approfondire. Dobbiamo però tener conto che un bambino di sette/otto anni è ancora "piccino"da questo punto di vista e dobbiamo continuare a leggergli le storie, almeno la sera, e aiutarlo ad entrare nel libro come se fosse ogni volta una nuova e divertente avventura da vivere intensamente.

Un aiuto interessante lo possiamo avere consultando il sito: LibriPerRagazzi.it

martedì 11 ottobre 2011

I consigli sempre utili della nonna

Ecco alcuni consigli che ti aiuteranno nei piccoli problemi che ogni tanto si presentano e non sei preparata a risolvere.

  • Rendere i mobili in noce sempre nuovi.
  • Levare la muffa dalle tende.
  • Togliere quei segni ingialliti sulle lenzuola bianche.
  • Pulire e rendere luminosi e splendenti i gioielli.

Mobili di noce sempre nuovi.
Per mantenere come nuovi i mobili in legno massello è sufficiente che li spolveri energicamente con un panno antistatico e poi passa uno straccio imbevuto di latte freddo. Per le macchie di umidità che a volte si formano, devi strofinare la zona con un panno bagnato di olio di oliva fatto riscaldare e passato ancora caldo.


Muffa sulle tende.
Per evitare che le tende siano attaccate dalla muffa prendendo quella tipica colorazione verdognola e quello sgradevole odore, devi fare così: prima lavale normalmente e poi, prima di riappenderle, lasciale a bagno per un'oretta in acqua dove avrai fatto sciogliere del sale marino. Se le macchie di muffa sono ben localizzate in punti precisi devi strofinarle con bicarbonato di sodio prima di lavarle.



Lenzuola ingiallite.
Se le tue lenzuola bianche mostrano qua e là segni di ingiallimento dovuti al tempo, infilale in lavatrice e aggiungi un sacchetto di tela in cui avrai messo dei gusci di uovo tenuti da parte. Procedi poi al normale lavaggio con il solito detersivo, vedrai che torneranno candide.

Gioielli splendenti.
Per pulire monili in oro è sufficiente che li metti a bagno una notte intera in una bacinella di acqua tiepida in cui avrai diluito detersivo per i piatti e un po' di ammoniaca. Torneranno a brillare come nuovi.

Dare benessere ai tuoi piedi .


Tutto il giorno chiusi al buio a sostenere il nostro peso, un destino infelice parlando dei nostri piedi.

Ogni tanto andrebbero ricompensati, altrimenti sono dolori. Incominciamo a coccolarli con alcuni esercizi che sicuramente daranno sollievo alle nostre estremità e procureranno benessere anche al resto dell'organismo.

La prima cosa da fare è di metterti seduto e appoggiare il piede sinistro sulla coscia destra. Infila le dita della mano fra quelle del piede e con il pollice massaggia per un minuto la pianta . Una volta effettuato questo massaggio, cambia piede ed incomincia a fare le stesse cose con l'altro.

Una volta terminato questo esercizio, rimani seduta e preparati per un altro di sicuro relax.

Afferra uno alla volta le dita del piede, falli ruotare da una parte all'altra tirandoli un pochino.

Ora mettiti distesa a terra, piega la gamba sinistra e appoggia bene il piede a terra; alza la gamba destra in alto tenendo il piede parallelo al pavimento, dita flessi in avanti tenendo le mani dietro la coscia. A questo punto espira , stendi il piede in avanti mantenendo sempre le dita flesse.


Rimani in questa posizione per qualche secondo e poi, lentamente, ritorna alla posizione iniziale. Ripeti l'esercizio per tre volte e poi cambia piede.
A questo punto fai un po' di stretching.
Solleva le gambe fino ad averle in una posizione orizzontale e, sedute per terra, stira le punte dei piedi e poi riportale indietro ripetendo più volte. Mentre esegui l'esercizio inclina la testa prima avanti e indietro, poi a destra e a sinistra. Accompagna il movimento sollevando e abbassando le spalle.

Se poi abbiamo problemi di diabete, consultare questo sito: Diabete.bz.

domenica 9 ottobre 2011

La vera cura contro la sesta malattia

La sesta malattia è una malattia infettiva di origine virale che colpisce i bambini tra i sei mesi e i due anni. Viene anche chiamata "febbre dei due giorni" perché la febbre dura appunto circa 48 ore.
Come curarla?

I sintomi. Un febbrone improvviso (dai 39° ai 41°C), convulsioni febbrili che si manifestano nei più piccoli, irritabilità ed inappetenza. Dopo la febbre compaiono macchioline rosa sul tronco, sul collo e sulle braccia.

Cosa può fare la mamma? Sorvegliare il bambino e, in caso di convulsioni, fargli delle spugnature di acqua tiepida e dargli da bere poco e spesso.

Il pediatra. Lo specialista in genere prescrive degli antifebbrili.

Non preoccupatevi perché nel giro di tre o quattro giorni, il bambino guarisce e magari, mentre è malato, raccontategli delle favole catturando così la sua attenzione.
Le favole hanno un' importante funzione formativa oltre che di svago. Esse rappresentano, in un linguaggio simbolico accessibile, situazioni della vita molto complesse.


Attraverso i personaggi delle fiabe il bambino può scaricarsi di contenuti emotivi che non saprebbe come gestire altrimenti: rabbia e paura, ad esempio, vengono proiettate sul "lupo cattivo" e, in questo modo, contenute.

Anche la fantasia del bambino viene arricchita attraverso le favole (per una raccolta di fiabe online, clicca qui). Se sarete voi stesse a leggergliele si sentirà coccolato e, al tempo stesso, arricchirà rapidamente il suo vocabolario e la sua capacità di esprimersi.

Proteggere i nostri figli dallo smog per prevenire problemi respiratori

Lo smog delle grandi città rende l'aria irrespirabile.

I bambini sono molto esposti ai danni delle sostanze tossiche e perciò cerchiamo di limitare il più possibile gli effetti nocivi.
  • Nelle vie trafficate dove gli scarichi delle auto sono elevatissimi, preferite prendere il marsupio invece del passeggino.
  • Se potete, cercate percorsi alternativi nelle strade con più verde e aperte e, soprattutto, meno frequentate dal traffico degli autoveicoli.
  • Per chi abita in centri ad elevato tasso di inquinamento per gas di scarico, è consigliabile aprire le finestre nelle ore di minore traffico, ad esempio, nel primo pomeriggio.
  • Poiché i tendaggi e la moquette del nostro appartamento trattengono la polvere, il fumo e lo smog, conviene lavarli spesso in special modo d'inverno quando gli ambienti rimangono chiusi a lungo.
  • Se la nostra casa è munita di umidificatori e condizionatori bisogna cambiare i filtri spesso poiché, intrappolando la polvere, rendono l'aria più pulita ma, alla lunga, la loro efficienza si annulla.
  • Sarebbe utile tenere in casa piante anti inquinamento come il ficus, la dracena e la gerbera perché riescono a diminuire gli inquinanti presenti anche del 40%.

Psicologia in pillole: la forza della "ninnananna"

Maggie Simpson dorme nel lettino
Da sempre le mamme per fare addormentare i propri figli o per consolarli se piangono, cantano loro una "ninnananna".

Esistono motivi musicali più adatti ad altri? Bisogna per forza essere intonate perché la ninnananna sia efficace?

Il canto che culla. Le ninne nanne ripetitive e lente si sposano assai bene con il movimento tipico del cullare: sono come nenie ipnotiche, con ritornelli brevi e, di solito, sempre uguali a sé stessi.

L'udito del neonato. Prima ancora di venire alla luce, il bambino è abituato al battito cardiaco della madre. Sentirla cantare, infatti, lo rende subito fiducioso.

Quali ninne nanne? Qualsiasi melodia va bene: non è importante conoscere tutte le parole e neppure essere intonate.

Il carillon. E' prediletto dalle mamme che non se la sentono di cantare. L'unico svantaggio è di doverlo ricaricare rischiando di svegliare il bambino.

Alcune ninne nanne più comuni estrapolate dal sito IlMioPaese.net

Stella stellina.

Stella stellina
La notte s'avvicina,
la fiamma la traballa
la mucca nella stalla,
la mucca e il vitellino,
la pecora e l’agnellino,
la chioccia ed il pulcino,
ognuno ha il suo bambino,
ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.

Fa' la ninna fa' la nanna.

Fa’ la ninna fa’ la nanna
piccinino della mamma;
fa’ la nanna fa’ un bel sonno,
poverin ce n’hai bisogno.
Ha bisogno di dormire,
poverin'un lo sa dire
Ninna oh! Ninna oh!
I' mi' bambin s’addormentò


mercoledì 5 ottobre 2011

Figli: la dibattuta questione del ciuccio

Il ciuccio, per molti bambini, sostituisce la rassicurazione del seno materno. Ma fino a che età lo possono usare?
I pediatri sono oggi per lo più concordi nel considerarlo un supporto psicologico positivo che appaga il neonato e sconsigliano vivamente di immergerlo nello zucchero o nel miele per non danneggiare i denti e per non sviluppare una esagerata golosità.
I nostri "cuccioli" si addormentano più volentieri con il ciuccio, si consolano dal pianto più rapidamente e, quando diventano capaci di portarlo alla bocca da soli, provano un gratificante senso di autonomia.
Non è però opportuno prolungare l'uso del ciuccio oltre i due anni di vita. In genere, comunque, lo abbandonano spontaneamente e, se proprio insistono, cercate di spostare la carica affettiva su un altro oggetto, magari un orsacchiotto oppure adottate la musicoterapia.
La musica favorisce la calma e migliora le funzioni vegetative ed è un ausilio prezioso per aiutare il nostro bambino a spostare la sua attenzione magari addormentandosi sulle note della "Ninna Nanna" di Brahms adottata anche nella clinica Macedonio Melloni di Milano che ha due sale adibite a questo scopo per i piccoli ricoverati.