giovedì 29 settembre 2011

Arredamento: riprogettare il soggiorno

Il soggiorno è una delle parti della casa in continua evoluzione e progettazione, dove il divano è al centro di un salotto sempre più funzionale.
Le linee essenziali ed eleganti si arricchiscono di una serie di complementi d'arredo per l'appoggio ed elementi contenitivi, in legno o in cristallo, che consentono di creare soluzioni d'arredo funzionali ed estetiche.
La ricerca dei materiali, il design e l'accuratezza delle finiture, sono state per molte aziende il denominatore comune nella produzione dei divani.
Oggi però si presenta  la tendenza di creare delle linee con accessori e soluzioni innovative che soddisfino esigenze di gusto e stile.
Abbiamo appartamenti sempre più piccoli e votati all'open space  e, per arredare la casa nel miglior modo, nasce la necessità di separare gli ambienti.
Bisogna creare luoghi per una privacy, sistemare i mobili per il soggiorno oppure, più semplicemente, nascondere le zone dove può regnare anche un momentaneo disordine.

Non sempre possiamo usare separè o tende per risolvere le esigenze che si presentano, ed allora entrano in gioco le librerie interparete e bifacciali che separano gli ambienti senza interrompere la visualità e lasciano filtrare la luce. Ecco allora l'idea di integrare la libreria nel divano.
Questo sistema è nato per creare le divisioni  che i monolocali impongono. Per esempio, nel passaggio dall'ingresso al salotto, risparmiando sull'ingombro, valorizzano l'ambiente e rispettano lo stile della casa.


Un tranquillo week end all'insegna della cultura: Orvieto

Il Duomo di Orvieto
Immersa nella suggestiva campagna umbra e contornata da colline dove oliveti e vigneti si alternano dolcemente, Orvieto, in provincia di Terni, in Umbria, famosa per un turismo di qualità, è il posto ideale sia per fare un'escursione culturale sia per trascorrere un tranquillo week-end di relax.

Orvieto, antica città di origine etrusca, conserva nel suo centro uno dei duomi più belli e famosi d'Italia che, da solo, vale la pena di un viaggio.

La facciata, realizzata dall'architetto senese Lorenzo Maitani che iniziò l'opera nel 1300, poi proseguita da una ventina di artisti che si susseguirono negli anni, è decorata da bassorilievi e sculture che descrivono il destino dell'uomo dalla Creazione al Giudizio Finale.
Sempre nella città antica si trova il Pozzo di San Patrizio che serviva come approvvigionamento dell'acqua in caso di assedio dopo che si era rifugiato Papa Clemente VII scappato da Roma.

Le strette vie del centro, poi, con le loro botteghe artigianali e i ristoranti tipici, non mancheranno di soddisfare la tua curiosità ed il tuo palato.
Corso Cavour è la via principale di Orvieto ed è su di essa e sulle sue traverse che si trovano tante botteghe artigiane dove portai ammirare sia gli oggetti antichi anche riproposti in chiave moderna fatti con materiali come la ceramica, terracotta, ferro battuto, rame legno, oro. Nelle traverse le innumerevoli bancarelle con prodotti fatti esclusivamente a mano come i merletti e le borse di stoffa, ti inviteranno all'acquisto per la loro finezza e bellezza.

La cucina tipica di Orvieto semplice e genuina, è strettamente legata alla tradizione. Troverai un eccellente olio extravergine di oliva, i funghi con i quali si fanno gustosi crostini e salse, la cacciagione, ma il vino è il punto forte del territorio, l'Orvieto D.O.C. è uno dei vini italiani più apprezzati.
Maggiori informazioni le otterrai dal sito: orvietoturismo.it

martedì 27 settembre 2011

Vado alle Terme: cure e benessere

Fin dall'antichità la terapia termale ha sempre occupato un posto di rilievo nella storia della medicina. L'Italia è disseminata di sorgenti termali e ogni stabilimento ha le sue terapie per cure specifiche ed efficaci a seconda delle proprietà delle acque.
Prendiamo ad esempio tre località e parliamo delle cure termali che vengono praticate e dei benefici che si ottengono.

Bagno di Romagna (FC) sull'Appennino Tosco-Romagnolo, con le sue antiche acque bicarbonato-alcaline-sulfuree, "acque calidaie" che sgorgano a 45°C , vengono usate per il benessere e per le cure di numerosi disturbi come le patologie dell'apparato locomotore, naso, gola, orecchio e bronchi.



Il Centro Benessere del Grand Hotel Terme Roseo, dove la cultura dell'ospitalità e la buona cucina rappresentano la migliore tradizione alberghiera tosco-romagnola, troverete un Centro Benessere con una Beauty Farm all'avanguardia, in grado di proporre una vasta e specializzata gamma di trattamenti. Il sito per informazioni è: BagnoDiRomagnaturismo.it

Castel San Pietro (BO) Adagiata ai piedi delle colline, lungo la via Emilia tra Imola e Bologna, in una zona ricca di sorgenti d'acqua termale,, Castel San Pietro Terme è dal 1300 anche luogo di cura.
Le acque salsobromoiodiche e sulfuree, sapientemente sfruttate sin dal medioevo per le loro qualità decongestionanti, disinfettanti e rilassanti, sono il biglietto da visita di queste terme , immerse nel verde dello splendido parco, vicino al centro storico della città. Perfette per le varie patologie (dermatologiche, respiratorie, reumatologiche e otorino).

Le Terme di Castel San Pietro uniscono innovazione, ospitalità e professionalità da parte dello staff medico.

Il sito ufficiale è: CastelSanPietroTerme.it


Sant'Andrea Bagni (PR) Alle terme di Sant'Andrea Bagni sono disponibili vari trattamenti: cicli di cure inalatorie, idropiniche, bagni artroreumatici, dermatologici, idromassaggi, sordità rinogena e riabilitazione motoria.
Per la "remise en forme" le terme dispongono di palestra fitness, sauna, bagno turco e solarium, massaggi antistress, linfodrenaggi, pressoterapia, valutazioni nutrizionali e trattamenti di medicina estetica. Piacevole e tranquilla località, Sant'Andrea Bagni è ideale per soggiorni rilassanti immersi nella quiete e nella natura.
Il sito da consultare: Comune.Medesano.pr.it/online/



domenica 25 settembre 2011

Trasloco: uno stress per tutti ma anche per i figli.

I traslochi, si sa, sono al vertice della scala degli stress ma non soltanto per gli adulti. Anche i bambini risentono del cambiamento, si possono sentire disorientati e si preoccupano di aver perso i loro giocattoli, le loro abitudini e allora ecco che le certezze vacillano. Se si tratta di bambini che trovano difficoltà nel socializzare, l'affrontare le novità diventa ancora più complesso e i problemi aumentano.

Bisogna affrontare questa realtà coinvolgendoli, magari, al riempimento di qualche scatolone, scegliete quello dei loro giocattoli e dei loro vestitini, tutto come se fosse un gioco.
Dobbiamo affrontare con loro l'argomento "trasloco" parlando con entusiasmo della nuova casa che andrete ad abitare dove porterete almeno una parte dei mobili che già conoscono. Rassicurateli, altrimenti avranno l'impressione che qualcosa non va.

Se avete intenzione di sostituire la loro cameretta, coinvolgeteli nella scelta, consultando magari un sito web come Net and Feel dove c'è anche una sezione che aiuta nella progettazione della stessa, oppure portarlo all'IKEA, l'azienda multinazionale specializzata in mobili per l'arredamento e oggettistica per la casa, passando con lui qualche ora in allegria dove potrà toccare con mano la vasta esposizione di mobili per ragazzi. Ricordatevi però di lasciare, nel nuovo arredamento, anche qualche oggetto della sua vecchia cameretta, lo rassicurerà sicuramente.

Anche cambiando casa o, addirittura città, dovete sforzarvi di ripetere i gesti di sempre, non cambiare orario per quanto riguarda il pranzo, la cena, il bagnetto. I bambini sono abitudinari e niente li rassicura di più che rendersi conto che i ritmi e le abitudini sono sempre gli stessi.

Se è possibile, il distacco dal vecchio quartiere deve essere graduale. Riportarli di tanto in tanto nei luoghi conosciuti, a salutare la gente e i bambini con i quali avevano condiviso la quotidianità, darà loro coraggio per stabilire buoni rapporti con la nuova situazione che si è venuta a creare.

Nei primi giorni, dopo il trasloco, i bambini vivono un'altalena di emozioni. La novità li rende euforici e curiosi ma li stanca anche tanto. Saranno più felici ma anche più irrequieti del solito. Armatevi di pazienza e cercate di non aumentare il loro disorientamento con rimproveri forse dettati anche dalla vostra stanchezza che il trasloco provoca anche a voi.

sabato 24 settembre 2011

Pillole di psicologia: giocando s'impara.


Giocando s'impara! Puoi aiutare tuo figlio a divertirsi e contemporaneamente entrare in contatto con il mondo in modo costruttivo.

Un sano rapporto con il gioco è infatti alla base di una vita adulta soddisfacente.
Tutti i giochi aiutano il bambino a sviluppare la sua capacità di concentrazione e applicazione. All'inizio, quello che più conta, non è l'ingegnosità del giocattolo ma la tua presenza in modo affettuoso, al fine di aiutarlo in questa nuova attività.

Dobbiamo dare presenza e forza al nostro bambino così, sentendosi sicuro, potrà spingersi ad esplorare il mondo esterno: giocare significa potersi concentrare su un oggetto senza temere di essere abbandonato dalla figura di riferimento, in questo caso la mamma.
Questa fiducia costituisce una base solida per il suo futuro rapporto con il resto del mondo.

Il piacere del gioco nel bambino, fino a circa 18 mesi, consiste nel muovere, far cadere, conoscere con la bocca, fare rumore, atteggiamenti che lo aiutano nel suo rapporto di conoscenza.

I pediatri sono d'accordo nel consigliare ai genitori di non fare giocare i loro bambini, specialmente nei primi due anni di vita, con giocattoli complicati o difficili da maneggiare ma, invece, orientarsi su cose semplici come una bottiglia di plastica piena di bottoni che fa rumore quando la tocchi oppure delle mollette per il bucato, tutte colorate, inserite in un contenitore trasparente ma chiuso, per non dare la possibilità al bimbo di metterle in bocca. Quando sarà cresciuto, aprire il contenitore ed insegnare al piccolo ad usare le mollette come le costruzioni: fare un trenino, una girandola ecc. con il proposito di sviluppare la sua creatività e immaginazione.

Si passa poi al "fare finta che" che è un voler "imitare" situazioni del mondo degli adulti e impersonare i vari ruoli (babbo, mamma, andare a fare spese, rimproverare i bambolotti che rappresentano i suoi bambini, ecc).
Sul portale Aziende Virgilio ci sono varie aziende che propongono i giochi per la prima infanzia. I marchi come Chicco, Giochi Preziosi, Lego, Gig, Mattel, sono i più forniti in questo genere come la pasta per modellare e i giochi didattici (ma d'altronde questo le mamme lo sanno, sono decenni che queste case costruttrici di giocattoli sono sulla breccia). Il gioco elettronico “Sapientino", del marchio Clementoni, nato nel lontano 1967, ha una sua definizione persino su Wikipedia.

giovedì 22 settembre 2011

Psicologia in pillole: quando i figli si sporcano di continuo

Se il tuo bambino si imbratta continuamente e tende ad impiastricciarsi i vestiti con tutto ciò che gli capita a tiro, non farne una tragedia e, soprattutto, non perdere la pazienza. Evita scenate isteriche anche perché non servirebbero a nulla.
Per un bambino, specialmente intorno ai due anni, è un atteggiamento abbastanza normale sporcarsi e inzaccherare i propri abiti e scarpe, perché i bambini debbono necessariamente attraversare varie fasi per una crescita sana ed equilibrata.

La cosa in genere rientra da sola quando il bimbo cresce e lo sporco acquista per lui un significato simbolico trasmesso da noi genitori: lo sporco è male e il pulito è bene.
Anche in questo caso devi fare molta attenzione: l'amore per la pulizia è una cosa bella e corretta purché non si trasformi in mania, in fobia vera e propria e, in questo modo, non condizioni la vita di tuo figlio.
Dopo i cinque anni il bimbo tende ad interiorizzare la fobia della sporcizia lavandosi continuamente le mani. Non devi esagerare con il discorso della pulizia personale, si rischia di trasformare un'esigenza normale in una vera e propria fobia.
Se il fatto di sporcarsi, invece, continua anche in età più grande, allora è sintomo di qualche disturbo e, in questo caso, chiedi consiglio al tuo piedatra che valuterà e saprà indicarti la strada da percorrere.




Andando a raccogliere qualche notizia su questo argomento, su ForumAlFemminile.com noto come il problema sia abbastanza diffuso. C'è 'giulioconsiglio' che si meraviglia di una mamma che porta sua figlia a giocare al parco vestita, pettinata ed agghindata come se andasse ad un ricevimento e continua spiegando che la mamma confessa che non la fa giocare con l'acqua, non può stare in mutande e cannottiera neanche in casa, deve tenere le pantofoline....e, fra le tante risposte ne trovo una veramente azzeccata che rispecchia il mio pensiero. Dice mamari9: "Questa mamma è da ricovero" mentre ermione71 punta il dito su quelle mamme che "vestono la figlia firmata per usarla come un accessorio griffato per cui, se si sporca o si spettina, casca il palco".

I bambini devono fare i"bambini" con le loro esperienze quotidiane che si trasformano sempre in un apprendimento per il loro bagaglio di crescita.

mercoledì 21 settembre 2011

Psicologia: la differenza fra il piacere ed il piacersi


"Specchio, specchio delle mie brame...." ripete Grimilde, la perfida matrigna di Biancaneve alla ricerca continua della perfezione estetica. Giusto. Qual'è quella donna che, guardandosi allo specchio, non vorrebbe piacersi?

Oggi le mani di un chirurgo plastico sostituiscono le pozione magiche delle favole ma, purtroppo, il malessere è in aumento. Da un sondaggio esce che sette donne su dieci manifestano l'ansia di non piacersi, e allora? Bisogna lavorare su noi stesse con ottimismo e costanza.

Con la fine dell'estate abbiamo sicuramente accumulato qualche chilo durante le vacanze e la bilancia e lo specchio ci mettono in crisi.
Secondo uno studio promosso dalla Nestlé Fitness, su un campione di 512 italiane in età fra i 18 e i 54 anni, il 67% non si sente in forma, solo una su due si dichiara soddisfatta del proprio corpo e due su dieci non lo sono affatto.

La ricerca ha anche evidenziato che la forma fisica non perfetta genera nervosismo ed il 44% dichiara di non potersi vestire come vuole ma deve ricorrere a vestiti che coprono le proprie imperfezioni. La cosa che provoca più scontento è il giro vita abbondante e poi gli accumuli di grasso su cosce, glutei e fianchi.
E allora, cosa fare? Con la buona volontà e la costanza avremo la soluzione a questo problema.





Bisogna seguire un regime alimentare sano che vuol dire un maggiore consumo di frutta, verdura e cereali, questo ormai lo sappiamo, ce lo ripetono fino alla nausea.
Ma oltre a migliorare il nostro stile di vita, è un discorso di psiche. Dobbiamo imparare ad accettarsi e capire che stare bene con il nostro corpo non deve dipendere solo da quello che vediamo riflesso nello specchio e dobbiamo stabilire un equilibrio fra piacere e piacersi e provare la gioia di essere.

martedì 20 settembre 2011

Psicologia: un marito ad ogni costo


Ci sono donne che non sanno vivere da sole, o meglio, non sanno stare senza un compagno, ed è per questo che spesso si uniscono a uomini inadatti, con i quali non hanno alcuna affinità e finiscono, in genere, per soffrire ancora di più la solitudine ma continuano, nonostante tutto, a vivere la loro storia.

Che cosa nasconde questo bisogno di avere un compagno ad ogni costo? Insicurezza, incapacità di affrontare la vita e le responsabilità che questa comporta necessariamente, timore ancestrale della solitudine e della morte.

Nelle tipologie di donne più coinvolte nel problema ci sono le single in carriera (come la Renée Zellwgger nel film New in Town) che, dietro la facciata di forza di volontà e carattere, nascondono il bisogno di protezione dell'uomo.

Un'altra categoria è rappresentata dalle divorziate che sentono spesso l'eccessivo peso della responsabilità di una famiglia e vorrebbero dividerla con un compagno.




C'è poi la paura di essere catalogate come zitelle. La fatidica frase: "Sei come una vecchia zitella" non ha più ragione di essere perché, la condizione di donna sola, ha perso ogni connotazione negativa. Infatti oggi, chi vive da sola, è considerata un tipo indipendente, con la capacità di organizzarsi una vita piena di interessi e di amicizie che, magari, in altre situazioni, si dovrebbero trascurare per correre dietro ad un "lui" che forse non vi stima abbastanza ignorando i vostri bisogni.

lunedì 19 settembre 2011

Make up: il trucco c'è ma non si vede


Scegliere la giusta tonalità del fondotinta, come coprire le borse sotto gli occhi, come truccare le labbra, è solo una questione di pratica e apprendimento.
Il trucco è un'arte antichissima e raffinata, ricca di segreti e tante piccole magie. Un'arte che sa trasformare l'immagine e renderla più bella e affascinante in ogni momento: al lavoro, a casa o per una serata mondana. Per imparare quest'arte, come qualsiasi altra, ci vuole esperienza e precisione ma, già con poche regole e suggerimenti, si possono ottenere degli ottimi risultati per un make up semplice ma di ottimo effetto.
  • Per le labbra si utilizza in genere un rossetto dalla tonalità più simile possibile all'incarnato "nudo", ma non è facile trovare la giusta gradazione che può rilevarsi o troppo scura o troppo chiara. Altro oggetto sfizioso da utilizzare è il burro cacao che idrati la pelle delle labbra e la prepari al trucco sul quale, poi, stendere del rossetto liquido picchiettando con le dita e spalmandolo leggermente.
  • Per gli occhi vale la stessa regola che abbiamo utilizzato sulle labbra. Un make up impercettibile e leggerissimo, vivacizzato da un velo di mascara o da un tocco di matita che disegni tutto l'occhio ma sfumi soltanto la palpebra. Se poi si vuole esaltare lo sguardo, basta l'eyeliner più netto ed intenso, in modo da evidenziare gli occhi e far risaltare, allo stesso tempo, l'eleganza semplicissima di tutto il viso.
  • Per uno sguardo intenso e seducente , il trucco può fare miracoli ma ricordatevi di tenere le sopracciglia sempre perfettamente in ordine e ben disegnate. Eliminate i peletti fra le sopracciglia con una pinzetta e poi passate sulla pelle un cubetto di ghiaccio per evitare arrossamenti. Tratteggiatele poi, per infoltirle, con una matita specifica sfumando poi con un pennellino ed, infine, pettinatele con un pettinino apposito e fissatele con un gel incolore.


Figli: gemelli a scuola


Primo anno di scuola dell'obbligo, prima elementare. Che fare con i gemelli?

Metterli nella stessa classe può rassicurarli all'inizio ma si rischia di approfondire una simbiosi che va superata. Sono gemelli ma non per questo devono desiderare le stesse cose o avere un processo di sviluppo nello stesso momento.

La cosa più importante per i gemelli è poter percepire sé stessi come identità separate. Anche l'impatto con la scuola, dunque, deve essere un'esperienza individuale.
Se li avete sempre vestiti in modo uguale, li avete abituati a vedere gli stessi programmi in TV e frequentare le stesse amicizie, è arrivato il momento di cambiare.

Aiutateli a conquistare la loro identità personale.

Anche ascoltando alcune testimonianze di insegnanti di scuola elementare, il loro consiglio è di dividere i gemelli in sezioni diverse perché, di solito, l'integrazione avviene prima per uno a discapito dell'altro e ne ritarda la maturazione emotiva.

Leggendo, invece, su vari forum che trattano l'argomento, si trova pareri contrari proprio da parte dei gemelli stessi. Sul sito PianetaMamma.it Scintilla dice:


"Secondo me non è giusto imporre la divisione....io sono gemella...siamo due femmine omozigote.....beh ogni volta che hanno provato a separarci per me e mia sorella è stato un dramma....piangevamo e soffrivamo tantissimo.....mia madre non ci ha mai voluto imporre niente ha sempre detto che quando sarebbe stato il momento adatto avremmo fatto le nostre scelte.......e infatti così è stato.....abbiamo fatto gli studi insieme ma non perché l'abbiamo deciso per non separarci ma perché essendo molto simili di carattere ci sono sempre piaciute le stesse cose.....ora io sono sposata e mia sorella no...ognuna di noi fa la sua vita.....ma ci rimane comunque quel legame speciale che di certo non ci abbandonerà mai per tutta la vita.......vedrai che con il tempo saranno loro che andranno ognuno per la sua strada...... "  

domenica 18 settembre 2011

I bambini e la difficoltà a socializzare


Perché certi bambini sono timidissimi e hanno difficoltà a socializzare? Dobbiamo aiutarli senza però peggiorare la situazione e, quindi, affrontare questo percorso senza ansie e con molto tatto.

Spesso la timidezza, che si esprime con la chiusura verso gli altri, è l'unica strategia che i bambini più sensibili sanno adottare per affrontare il mondo esterno.

Poiché la loro intelligenza è profonda e sottile, hanno bisogno di un aiuto sapiente e delicato. Non bisogna mai imporre esortazioni categoriche del tipo: "Vai dalla signora, non avere paura, non ti mangia mica" che possono avere l'effetto opposto. Se sarete molto dolci, invece, accogliendo questo aspetto del carattere di vostro figlio con tenerezza, lo aiuterete a sbloccarsi con efficacia.

Ci sono poi i cosiddetti "timidi aggressivi". Sono in genere quei timidi chiusi e asociali verso i quali la famiglia, a volte inconsciamente, ha agito con durezza. Può darsi che abbia subito dei rimproveri da parte vostra a lui incomprensibili ed esageratamente severi come: "Sei stato cattivo" è per lui una frase priva di senso che non lo aiuta nella crescita.

Non bisogna mai stimolarli ad una competività esagerata. Imprimere a vostro figlio l'ansia di primeggiare sugli altri, li avvilisce e li allontana dal gruppo verso il quale alza un muro a difesa personale. Dobbiamo trasmettergli fiducia affinché, acquistando una giusta autostima, si muova con spontaneità verso gli altri.


Scuola: il benessere si impara


Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un crescente sviluppo di una serie di discipline nell'area "benessere" e "salute" che, fino a non molto tempo fa, venivano etichettate con il termine di "alternative" rispetto ai tradizionali sistemi di cura ma che, invece, si stanno guadagnando un grosso spazio di "complementarietà" rispetto a quelle che sono le discipline di ordine medico-sanitario.

Per gli amanti di queste discipline che lavorano per preservare, educare e coltivare il benessere, sono nati molti corsi sparsi in tutta Italia che insegnano il massaggio, nozioni di anatomia e fisiologia, stress professionale e lavorativo, massaggio delle mani, massaggio con le pietre, massaggio riflessologico, massaggio sportivo, massaggio antidepressivo, massaggio modellante e allungante, massaggio neurorigenerante, musicaterapia ecc. Questi sono solo alcuni degli argomenti che vengono trattati nella vasta offerta di corsi che possiamo trovare.

Il fatto che le patologie propriamente dette, sono di competenza medica, questi corsi preparano delle figure professionali, degli operatori del naturale, che conoscono il grande valore che sono salute e benessere, si prendono cura del paziente con sistemi che trattano disturbi e disfunzioni che possono preludere a veri e propri stati patologici.

Queste nuove figure devono formarsi e crescere all'interno di strutture che riescono ad offrire una elevatissima qualità per essere in grado di differenziarsi sul mercato e di emergere.


Scuola e insegnamento dell'uso del computer


La conoscenza che i nostri ragazzi hanno del computer è quasi sempre limitata al suo utilizzo per i giochi. Al di là di ogni valutazione sulla validità o meno di questo passatempo, dobbiamo capire che, attraverso i videogiochi, i nostri figli hanno un approccio passivo verso il computer che è limitato al fatto di inserire un cd e digitare i comandi suggeriti dal foglio d'istruzione, ignorandone completamente il significato.

La scuola ha la funzione di portare tuo figlio ad un approccio attivo dell'uso del computer, poiché questo è uno strumento che va conosciuto per avere poi la possibilità di utilizzarlo nella maniera più funzionale, così come ha imparato ad adoperare la penna, il righello o il temperamatite.

L'approccio all'informatica da parte dei ragazzi è molto importante che avvenga in un contesto educativo globale e che non venga vissuto, anche dagli insegnanti, solo come una necessità dettata esclusivamente dai tempi in cui viviamo.

Il computer dovrebbe essere considerato come uno "strumento per la mente" perché mette in luce e potenzia le capacità logiche e contribuisce alla formazione del pensiero nei suoi vari aspetti: intuizione, immaginazione, progettazione, ipotesi, deduzione e verifica.

Non bisogna dimenticare poi che questo strumento aiuta tuo figlio ad interagire all'interno di un gruppo ed a impegnarsi a fare un lavoro di collaborazione.

sabato 17 settembre 2011

Fino a che età si può cambiare la visione delle cose?


Fino a che età si può cambiare la visione delle cose e introdurre modifiche significative al nostro stile di vita? "Non è mai troppo tardi" dice il proverbio.

Trattiamo sempre la crisi come un ospite d'onore. Quando ci sentiamo veramente stanche di una certa situazione, non facciamoci prendere dal panico e non cerchiamo di reprimere la scontentezza.
  • Se l'idea di qualche cambiamento , all'inizio, ci sembrerà minacciosa, non dobbiamo preoccuparci perché la qualità della nuova vita ci darà ragione.
  • Impariamo a neutralizzare la resistenza che le persone vicine normalmente si oppongono al nostro cambiamento. Hanno solamente paura di perderci, ma dobbiamo dimostrare loro che ci siamo..
  • Cambi di lavoro, di residenza, di look....siamo sempre in tempo per aggiornare la nostra mappa della vita.
Prima di fare cambiamenti drastici per affrontare la crisi che ci opprime, proviamo ad adottare comportamenti positivi e a smussare le tendenze caratteriali. Dobbiamo avere fiducia in noi stesse, rispettare gli altri anche se hanno un carattere che ci provoca irritazione e dobbiamo perseguire gli obbiettivi e i progetti che abbiamo in preventivo.

Psicologia: Apprezziamo le nostre piccole saggezze


Cogliere l'essenza della vita non è un lusso per pochi illuminati. Accade anche a voi di toccare ogni tanto il cielo con un dito? Basta saper riconoscere questi momenti ed apprezzarli.

La gioia di essere. Quante volte camminiamo per strada fiere di noi stesse e siamo grate per la bella giornata? Questa situazione, in apparenza banale, è un'esperienza di grande serenità.

La compassione. Sull'autobus cediamo il posto ad una persona anziana. La guardiamo con gentilezza e garbo: in quel momento siamo tutt'uno con la sacralità della vita.

Nuove chances. Abbiamo passato un periodaccio ma, una mattina, ci svegliamo piene di speranza decise ad offrire nuove occasioni a noi stesse: ecco che la diffidenza lascia il posto alla saggezza.

Rinunce genuine. Scopriamo che il bisogno di esaudire un desiderio futile ci produce ansia : rinunciando senza sforzo operiamo una scelta di libertà.

Gratificazioni coraggiose. Finalmente una vacanza, un bel vestito, un oggetto per la casa. Concedendoci, insomma, qualcosa che ci eravamo negate troppo a lungo, celebriamo il nostro diritto alla felicità.

venerdì 16 settembre 2011

Figli: rientro soft per i nostri bambini dopo le vacanze


Con la ripresa della scuola i ragazzi affrontano un nuovo anno molto impegnativo sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Non solo ma devono abituarsi a ritmi serrati che durante l'estate si erano allentati.

Procediamo per gradi e, nelle prime settimane di scuola, dobbiamo dimostrare un po' di indulgenza se i nostri figli appaiono stanchi e svogliati. Lasciamo che il loro organismo ed il loro equilibrio emotivo si riabituino alle interminabili ore da trascorrere seduti dietro il banco di scuola.

Con settembre, in genere, riprendono anche le molteplici attività extra-scolastiche: sport, studio di una lingua straniera ecc. Non esageriamo con il numero di impegni ma cerchiamo di scegliere con lui quelli più graditi.

Che i nostri figli siano bravissimi o un po' somarelli, la scuola suscita, specialmente nei piccoli, una certa ansia da prestazione. Immaginano che il nostro affetto sia legato ai risultati che saranno in grado di ottenere . Dobbiamo tranquillizzarlicon il nostro affettuoso e rassicurante "Buon giorno" ogni mattina.


Un bambino di cinque anni è pronto per affrontare la prima classe?


Mandare a scuola un bimbo di cinque anni è una scelta giusta oppure si può, involontariamente, compromettere il suo processo di sviluppo?

Prendere una decisione del genere può essere per i genitori fonte si ansia e preoccupazione. Sarebbe meglio sentire il parere di un esperto e consultare uno psicologo che potrà valutare il caso.

Se il piccolo mostra una straordinaria precocità, può darsi che sia già pronto ad affrontare il primo anno di scuola. Diffidate, invece, di motivazioni più narcisistiche che provengono da voi: "Mio figlio è più bravo degli altri" ecc.
Fronteggiare una situazione più grande di lui può produrre nel bimbo seri disagi emotivi, fra cui difficoltà a socializzare ed un senso di inadeguatezza.

Se poi il bambino frequenta la scuola materna, chiedere un consiglio alle insegnanti che lo hanno seguito: è una buona regola perché loro saranno sicuramente più obbiettive nel giudizio e vi verranno incontro in questa decisione che non è fra le più facili. Ci sono casi di bambini che hanno affrontato molto male questo cambiamento che, non essendo avvenuto nei tempi e nei modi dei suoi compagni di materna, inconsciamente, invece di progredire con serenità in questo nuovo cammino, hanno poi manifestato un netto rifiuto verso la scuola.

Psicologia: quando il vostro partner è un bambinone


Signore, siete dotate di un forte spirito materno? Attente perché, prima o poi, vi innamorerete di un irriducibile bambinone. Non importa se avrà trenta, quaranta o cinquant'anni, per lui il mondo è una grande giostra.


Non sarà facile gestire sempre la situazione, ma, se riuscirete a prendere tutto con un pizzico di leggerezza, ce la farete.

Innanzitutto rinunciate a controllarlo. Non saprete mai se arriverà puntuale. Diciamo che arriverà sempre in ritardo tranne se gli serve qualcosa di speciale. In questo caso arriverà da voi come un gattino, tenero e carezzevole.

Sicuramente sarà sempre approssimativo nei discorsi. La sua parola è in genere sincera, ma frivola e leggera. Se cambia idea su qualcosa , spesso e volentieri si dimentica di dirvelo. Dovete sempre verificare, con domande indirette, se ci sono novità di rilievo.
Ha una fervida fantasia, vive sempre sulle nuvole, non ama i progetti a lungo termine, preferisce il tutto e subito alla faticosa scalata, ma si adatta alle vostre direttive, e, quando riuscite ad imporvi, fa di tutto per accontentarvi.

Per quanto possa essere piacevole, prima o poi vi verrà una grande rabbia perchè l'uomo "bambinone" tende ad ignorare i vostri bisogni perchè, abituato ad essere sempre e comunque al centro delle vostre cure, dovrete svegliarlo con uno strillo per fargli notare che esistete anche voi.

Sarà dura convivere con un "bambinone" ma, se vi guardate intorno, sicuramente noterete che c'è di peggio.