venerdì 11 novembre 2011

I bambini e un amico chiamato sport fatto con moderazione

Lo sport, oltre a far bene alla salute, ha nei bambini un beneficio psicologico di inestimabile valore.
Abitare il proprio corpo con fiducia è il primo effetto psicologico di qualsiasi sport purché sia praticato sotto il controllo di un esperto.
L'attività fisica abitua i ragazzi ad imparare a dosare le proprie forze e, fiato, muscoli, sforzo mirato e divertimento, sono esperienze del corpo che fanno amare la vita e sono alla base di un comportamento disinvolto.
 L'attività fisica e il gioco sono fondamentali per una crescita psico-fisica equilibrata del bambino,  a patto che non sia fatta in solitudine e con imposizioni di modi ed orari, tanto da non rendere il tutto un'ossessione.

L'attività sportiva fatta con un gruppo di amici, aiuta il bambino ad assumersi le proprie responsabilità, a socializzare e confrontarsi con i compagni capendo i limiti oltre i quali non può andare e i canoni che deve rispettare.


Tutto questo lo aiuta a crescere e a maturare formando in modo armonioso ed equilibrato la sua personalità specialmente con i giochi di squadra preparandolo ad affrontare più serenamente i rapporti sociali.
Recenti studi, però, hanno dimostrato che molti bambini soffrono di disturbi ossessivo-compulsivi che è una patologia dell'ansia con sintomi di cleptomania, bisogno continuo di lavarsi le mani, dipendenza da sport , televisione, internet e videogiochi.

Il bambino non deve passare intere giornate davanti al computer per navigare su internet o per giocare con i videogames o, addirittura frequentare la palestra in modo troppo assiduo.
La cosa importante è che il bambino non sia costretto a praticare uno sport solo per far piacere ai propri genitori o, peggio ancora, per realizzare il sogno segreto di uno dei due.

martedì 25 ottobre 2011

Il cellulare usato dai ragazzi, rischioso per la salute?

Se avete in mente di regalare un cellulare a vostro figlio pensateci bene.

Secondo gli studi condotti dal gruppo britannico Experti per la telefonia cellulare, pare infatti che le radiazioni emesse dal telefonino potrebbero causare seri danni al cervello.

Nel corso degli otto mesi dedicati allo studio dei danni provocati dai telefonini, gli studiosi hanno concluso che, non essendo ancora in grado di stabilire esattamente quali e quanti possano essere gli effetti non termici delle radiazioni sui tessuti, è meglio non esporre i bambini a questi rischi considerando che il loro cervello in fase di sviluppo è più sensibile alle influenze ambientali.

Malgrado tutto ciò il cellulare è diventato indispensabile perché viene considerato il nuovo diario dei ragazzi e delle ragazze fra gli 11 e i 18 anni.

Lo ritengono un amico intimo, segreto e privato, che trasmette sensazioni, delusioni e speranze.
Per i giovani possedere un cellulare è sinonimo di crescita e aiuta a passare dall'infanzia all'adolescenza e, come forma di responsabilità, facendoli contribuire al pagamento delle ricariche.

Un monitoraggio della Corecom della Toscana e dal Comunication strategies Lab dell'Università di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana, è emerso che il cellulare fa sentire meno soli,  aiuta a socializzare, conforta e ti mantiene in contatto con gli amici e non da la sensazione di un controllo esagerato da parte degli adulti.

Il 97% dei ragazzi delle medie inferiori, ragazzi fra gli 11 e i 14 anni, possiedono un cellulare ma già in 5° elementare, e perciò a 10 anni, il 67% era già in possesso del telefonino e addirittura a 7 anni il 7,7% chiamava e mandava sms.
La durata delle telefonate? Il 48,6% usa il cellulare meno di un quarto d'ora al giorno ma lo usa molto di più per mandare messaggini, ascoltare musica oppure per scattare fotografie.